Il potere delle parole di Jenny Holzer allo Studio Trisorio di Napoli

atp diary / 4 febbraio 2025


Con la mostra Denied curata da Philip Larratt-Smith, torna a Napoli Jenny Holzer (Ohio, 1954), l’artista americana menzionata fra le 100 persone più influenti al mondo nella Time 100 Award 2024 del Time. 

Undici lavori dalle superfici dorate e argentate illuminano, attraggono e riflettono la luce dello spazio sobrio e rigorosamente bianco dello Studio Trisorio, creando un ambiente quasi sacro che stimola l’introspezione.

Realizzate tra il 2019 e il 2024, le tele sono disposte lungo le pareti con un ritmo regolare, costruendo una narrazione prospettica che culmina sulla grande opera nella parete di fondo. La sua posizione centrale ed elevata, l’arco sagomato che le fa da cornice, e la luce dorata che emana, le conferiscono un’aura solenne, come se tutto lo spazio fosse concepito per accoglierla.

Man mano che ci si avvicina alle opere, si leggono parole dai caratteri piccoli come  sensitive information, federal bureau of investigation, secret, privately constructed border barrier, che trasformano l’intensità contemplativa in un senso di tensione. 

Nei suoi Redaction Paintings infatti, Holzer riproduce documenti governativi e militari segreti ma poi resi pubblici attraverso il provvedimento legislativo noto come Freedom of Information Act (governo Johnson, 1966), che ha aperto a giornalisti e studiosi l’accesso agli archivi della NARA (National Archives and Records Administration). I documenti che avrebbero dovuto essere accessibili, presentano passaggi censurati prima della loro diffusione. 

Holzer li ingrandisce e trasforma le cancellature in marcate barre nere, in forme geometriche stratificate, con inserti in foglia d’oro e testi illeggibili, come se fossero stati sovrascritti o erosi nel tempo. Ne risultano composizioni spaziali piatte in cui la riduzione cromatica e l’equilibrio formale ricordano l’arte concettuale o, per estensione, persino l’arte bizantina.

Al centro, il linguaggio, tema caro all’artista che sin dagli anni ’70 lo utilizza come principale mezzo espressivo, attraverso testi che parlano di potere, violenza, gioia, idealismo, assurdità, e corruzione. Con insegne elettroniche, LED, dipinti, T-shirts, cartelloni pubblicitari, e pietre incise, Holzer investe intere architetture come la rotonda del Guggenheim di New York, la piramide del Louvre, e spazi urbani come Times Square, oltra al padiglione USA per la Biennale di Venezia, dove vince il Leone d’Oro nel 1990. 

Nella mostra Denied non troviamo le potenti installazioni pubbliche che hanno fatto il giro del web, ma uno scorcio meticolosamente curato della pratica dell’artista che si completa nella vetrina di Studio Trisorio in via Carlo Poerio con testi scorrevoli su un LED e una panchina su cui è incisa una poesia di Patrizia Cavalli. 

Un’esperienza “d’oro” che incanta e affascina per poi stupire e confondere con quello che Magritte chiamava Il tradimento delle immagini: una sfida alla nostra percezione della realtà,  al nostro senso di certezza, a alla struttura del sapere.

Bianca D’Ippolito


 
Next
Next

Holzer, Isgrò e Nonas per il mezzo secolo dello Studio Trisorio